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La dieta “Planeterranea” come risposta globale all’alimentazione scorretta.

La Prof.ssa Annamaria Colao, membro del Comitato Scientifico del progetto ColtiviAmo BenEssere, insieme ad un gruppo di colleghi scienziati, propone un programma di ricerca globale per un modello basato su adattamenti locali della Dieta Mediterranea.

Ne parla la prestigiosa rivista scientifica Nature.

La “sfida” è quella di estendere a livello mondiale i benefici per la salute della Dieta Mediterranea in base alle proprietà nutritive degli alimenti disponibili localmente.  Riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO dal 2010, la Dieta Mediterranea come modello alimentare è radicato nella conservazione della tradizione, della terra e della biodiversità. 

Inoltre, prove crescenti hanno sostenuto il ruolo fondamentale della dieta mediterranea nella prevenzione delle malattie non trasmissibili. Tuttavia, l’applicazione di questo modello alimentare nei paesi non mediterranei è ancora difficile. 

Planeterranean” o Planeterranea è un tentativo della Cattedra dell’UNESCO di “Educazione alla salute e sviluppo sostenibile” – supervisore scientifico del progetto di ColtiviAmo BenEssere – per spingere ogni paese a riscoprire il proprio patrimonio e sviluppare modelli dietetici più sani basati su cibi tradizionali e locali.

Il tema delle carenze nutrizionali mondiali in relazione agli alimenti disponibili localmente e alla loro capacità di soddisfare i fabbisogni nutrizionali è stato recentemente evidenziato dalla comunità scientifica – (Cfr. note 1-3 della pubblicazione al seguente link). 

La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale salutare costituito principalmente dall’olio d’oliva come fonte di grassi insaturi, noci, legumi, ortaggi, cereali integrali, frutta fresca o secca, un moderata quantità di pesce, oltre a latticini, carne e vino rosso.

Questa alimentazione ha mostrato benefici per la salute basati sull’evidenza dovuti a un notevole profilo nutrizionale con conseguente ridotta prevalenza di malattie cardiovascolari, metaboliche o neurodegenerative e cancro, rappresentando allo stesso tempo un modello sostenibile di produzione e consumo alimentare grazie all’uso di prodotti locali ( in grado di favorire la biodiversità e il rispetto delle risorse naturali ma anche delle culture o delle tradizioni).

In realtà, la stragrande maggioranza delle persone che vivono nelle aree urbane presenta una dieta di scarsa qualità e varietà, con la maggior parte dell’apporto energetico proveniente da alimenti ad alto indice glicemico (es. riso bianco e patate), cibi ultra-lavorati ricchi di zuccheri e grassi ( cioè cibi pronti, bevande zuccherate, pasticcini, patatine, caramelle, ecc.). 

Queste abitudini alimentari, sempre più frequenti anche nei paesi mediterranei, sono note per i loro effetti sfavorevoli sull’omeostasi della glicemia e sul profilo lipidico, diventando una delle principali cause dell’epidemia mondiale di obesità (che coinvolge purtroppo anche i bambini), di malattie metaboliche e cardiovascolari, scrivono gli scienziati nel presentare questa ricerca.

Trovare gli ingredienti per una alimentazione simile alla Dieta Mediterranea in ogni parte del mondo.

Tuttavia, in ogni parte del mondo, è possibile identificare specifici frutti, ortaggi, legumi, cereali integrali e fonti di grassi insaturi che presentano contenuti nutrizionali e caratteristiche simili a quelle fornite dagli alimenti tipici della Dieta Mediterranea, suscettibili di avere anche benefici per la salute simili per le popolazioni che vivono lontano dall’area mediterranea.

“Puntiamo a definire diverse “piramidi nutrizionali”, – spiegano i ricercatori – basate sugli alimenti disponibili localmente, che presentino le stesse proprietà nutrizionali e gli stessi benefici per la salute (assieme a processi produttivi rispettosi dell’ambiente) osservati per la Dieta Mediterranea. Invitiamo i ricercatori di tutto il mondo a contribuire a questa attività, e a partecipare ad uno specifico programma di ricerca che sarà lanciato attraverso una piattaforma dedicata dalla nostra Cattedra UNESCO sotto il titolo “Planeterranea

 

Fonti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9115921/

https://www.nature.com/articles/d43978-022-00060-x

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